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E’ la stampa, bellezza

  • 12
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  • 2014

…e tu non ci puoi fare niente

(Humphrey Bogart “L’ultima minaccia” 1952)

Che si tratti di un’azienda, di un’associazione o di una singola persona, il rapporto con i giornalisti e con i media in generale è molto meno facile di quanto possa apparire.

E anche se la celebre frase pronunciata da Humphrey Bogart in “Deadline” (L’ultima minaccia) film sulla libertà di stampa, mantiene intatto il ruvido fascino del divo hollywoodiano, quando si parla di rapporti con la stampa conviene uscire dal mondo in bianco e nero della pellicola e calarsi nella dura realtà.

Nella gestione delle interviste è molto importante per un’azienda o un’organizzazione conoscere le regole del gioco e arrivare per quanto possibile preparate all’incontro. Un buon ufficio stampa fornirà tutte le informazioni necessarie e aiuterà l’intervistato a strutturare la scaletta del suo intervento (argomenti principali, approfondimenti, dati…). Quando tuttavia l’intervista arriva a sorpresa, viene cioè richiesta in tempi brevi (al telefono oppure durante la partecipazione a convegni), tutto si gioca in pochi minuti. Comprendere l’importanza della comunicazione significa non sottovalutare le conseguenze di una mancata o cattiva informazione. Essere preparati per rispondere anche alla domanda a bruciapelo non è certamente facile, ma non è impossibile. Un piano di comunicazione ben strutturato e linee strategiche ben definite e condivise sono un utile supporto che consente di offrire un’immagine coerente e compatta ed eviterà l’imbarazzo di veder pubblicare dichiarazioni – rilasciate da vertici e dirigenti della medesima organizzazione – contrastanti tra loro. Anche se di norma le interviste sono rivolte al presidente o alle poche persone al vertice della struttura (direttore, segretario generale…) i giornalisti cercano spesso di bypassare l’ufficio stampa per tentare l’approccio diretto. E’ il loro lavoro, andare a caccia della “notizia”. Ma quello dell’intervistato sarà invece quello di rispondere, sì, con chiarezza ma scegliendo accuratamente il linguaggio da utilizzare.

Questo eviterà lo shock di vedere le proprie dichiarazioni pubblicate con titoloni ad effetto oppure enfatizzate per alzare i toni e catturare l’attenzione dei lettori: a meno che l’obiettivo non sia la comunicazione politica e non si intenda lanciare provocazioni, l’effetto “amara sorpresa” è assicurato.

Infine, attenzione agli off the record, i fuori onda che spesso tradiscono la buona fede di chi, al termine della registrazione dell’intervista, pensa di potersi finalmente lasciar andare a considerazioni e parole in libertà. Un giornalista è sempre un giornalista: “E’ la stampa, bellezza. E tu non ci puoi fare niente”.

 

 

 

 

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