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Social Media, gli esperti non esistono

  • 27
  • 02
  • 2013

Occorrono 10.000 ore per diventare esperti di qualsiasi materia

Scrivo di getto, pertanto scusate eventuali ripetizioni o errori di battuta. Nella mia quotidiana recensione di articoli mi imbatto spesso in titoli quali “Le aziende non sanno usare i Social” e poi via a snocciolare dati su dati a dimostrazione di quanto affermato.
Comprendo le motivazioni di fondo, ma non le condivido. Anzi, a mio avviso le aziende fanno bene ad approcciare con cautela questi nuovi media, ben consce dell’enorme potenzialità ma anche dell’effetto boomerang che può dirompere da una comunicazione avviata senza una strategia adeguata. Un social media non vale l’altro così come un’azienda che commercializza prodotti di consumo non può essere assimilata a una che produce macchinari. E’ un concetto scontato ma non sempre evidenziato negli articoli che decantano le meraviglie dei social media. Mi permetto di criticare certe prese di posizione proprio perchè io sono una convinta sostenitrice del network, anzi mi definisco una fan sfegatata.
Dove sta l’inciampo? Proprio in quella che viene additata come la più grande pecca delle aziende che, sempre secondo questi articoli, non saprebbero usare i social media: la comunicazione. Che nella versione “vecchia” prevedeva un’emittente e un ricevente, era insomma unidirezionale. Anche qui mi permetto di esprimere una perplessità: nei testi universitari sulla comunicazione di massa già parecchio tempo fa appresi i concetti di “linguaggio” di “decodifica” e di “feedback”. Pertanto, è pur vero che si concepiva ancora la comunicazione dall’alto verso il basso, vale a dire dall’azienda al suo pubblico di riferimento, ma si dava già allora una grande importanza all’ascolto e al “riscontro” che proprio da quel pubblico arrivava.
La comunicazione a due vie che si impone a chi decide di utilizzare i social media, deve essere gestita con grande competenza.

E qui viene il bello. In un articolo che ho scritto sul numero di novembre degli Echi Liberi, ho parlato di una teoria espressa da Gladwell: oltre a una buona dose di talento, per diventare esperti del mondo social – ma anche di qualunque altra cosa – occorrono almeno 10.000 ore di studio e di pratica. Tenuto conto che Twitter è nato nel 2006, che le ore lavorative in un anno sono 2880 (lavorando tutti i giorni, sabato, domenica e festività incluse), per diventare esperti del microblog avremmo dovuto dedicarci esclusivamente a questo social per circa tre anni e mezzo consecutivi. Andiamo, non è possibile.

Quindi, mi sento di affermare che non esistono esperti di Social Media, che più o meno tutti ne stanno apprendendo l’utilizzo. Con le dovute eccezioni, si sa, qualcuno che eccelle ci sarà sempre ma… nessuno nasce imparato.

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